Gillian Kami |
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| Natalia Arlovskaya
La sua idea iniziale era quella di tornarsene dritta a casa e occuparsi un poco delle piante del suo giardino, ma una volta che il treno aveva superato i confini dell'Ungheria la sua mente venne colpita da un'idea. Dopo l'Ungheria c'era l'Ucraina ed era da una vita che non incontrava sua sorella. Accarezzando il capo di Снег (il minuscolo maltese regalatole dal signor Luqa) prese la decisione di andare a trovare quella piccola smemorata di Katrina. I viaggi lunghi non l'avevano mai affaticata, quindi deviare di qualche chilometro non le costò molto. Vivendo vicine, confinanti, non aveva mai avuto problemi nel fare visita alla sorella maggiore. Ma ultimamente con le diverse questioni politiche che intercorrevano a livello internazionale non aveva avuto tempo e soprattutto era stata incastrata dai suoi capi. Una volta di fronte alla casa di Katrina estrasse fuori la chiave di riserva che sua sorella maggiore le aveva dato, così come Katrina ne aveva una della casa di Natalia. Il piccolo Снег saltellava ai suoi piedi felice. Una volta dentro il cagnolino iniziò a correre per l'atrio, Bielorussia sorrise a quella scena. Lo lasciò giocherellare là attorno, intanto che sistemava cappotto e sciarpa dentro l'armadietto al lato della porta d'ingresso. In casa c'era odore di biscotti, un profumo caldo e leggermente speziato. Katrina stava preparando i biscotti al miele. Un sorriso le fu inevitabile. Bielorussia amava quei biscotti dal profumo inconfondibile. C'erano zenzero, chiodi di garofano, la noce moscata, della cannella, vaniglia e miele. Fece qualche passo verso la cucina da cui proveniva l'odore e il canticchiare sommesso di una vecchia radio, la musica era russa. Si appoggiò allo stipite della porta ed incrociò le braccia al petto, osservando la schiena di Katrina. Era abbassata e stava attenta ad osservare le sue creazioni crescere al fuoco del forno. Tra le due, aveva sempre pensato Natalia, lei era quella che faceva pensare ad una madre. Infondo si era sempre comportata così nei suoi confronti e in quelli di Ivan. "Dovremmo preparare anche del tè, non credi?" se ne uscì all'improvviso Bielorussia, facendo sussultare la sorella dalla sorpresa. "Ciao, neesan."
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