| Pepe Cook - Stati Federati di Micronesia
C'era qualcosa he doveva fare, ne era certo. C'era qualcosa che si era dimenticato di fare... velocemente tirò fuori il block notes -ovvero una foglia su cui aveva scritto sopra- osservando la lista delle cose da fare. Maledire quei crucchi mangiapatate a tradimento? Fatto. Provare a distruggere il Portogallo e la Spagna? Fatto. Lanciare oggetti non meglio specificati a Giappone? Fatto anche quello. Che rimaneva da fare, allora? Non c'era nulla di più importante delle già citate cose, a parte Chtulhu e provare a far diventare una cosa sola con lui le Isole Marshall e la Polinesia -niente Polinesia Francese, chi lo voleva quel maledetto damerino da quattro soldi?-... forse stava aspettando America, o magari Australia. In realtà non li ricordava, era stato troppo impegnato a lanciare banane contro i malcapitati lavorare per ricordarsi di avere un qualche appuntamento. Scorse nuovamente la foglia il block notes notando un punto che non aveva segnato: stava aspettando Francia. Oh, già, quello che aveva impunemente rovinato uno dei suoi fratelli! Ah, che rabbia, che rabbia, che rabbia! Però era un incontro voluto da Alfred e non poteva rifiutarsi, per quanto la tentazione fosse allettante. "Fatti forza, Pepe. Quando conquisterai il mondo ti vendicherai di questo sopruso." si assicurò, per poi cominciare a ciondolare le gambe dal ramo sul quale si trovava, decidendo che sarebbe stato meglio chiamarlo per verificare che fosse arrivato e che il sommo Chtulhu non lo avesse distrutto -ah, come sarebbe stato bello!-. Così prese il suo amatissimo cellucoso -lui non amava la tecnologia, era risaputo- e lo chiamò, giusto per assicurarsi che fosse arrivato. Ma no, evidentemente no! Era palese che se ne fosse dimenticato! Ah, che odio! Se solo avesse avuto un bastone tra le mani... e vabbeh, perlomeno avrebbe avuto il pomeriggio libero. Ma non avendo voglia di fare nulla, decise che avrebbe passato la giornata dormendo tranquillamente nel suo lettuccio, così caldo e comfortevole. E così si era diretto a casa, sicuro di poter rimanere tranquillo. Ma giunto davanti alla porta, due cose gli saltarono all'occhio: la porta era aperta e c'erano delle impronte. Che non erano le sue. "Maledetti scocciatori!" pensò, ringhiando e prendendo il piccolo pugnale che portava legato ai pantaloni -suo unico indumento esclusi gli occhiali-, pronto ad attaccare. Entrò silenziosamente nella casa, notando una figura sulla SUA sedia. Uno sconosciuto in casa SUA, sulla SUA sedia. Per Pepe era quasi una dichiarazione di guerra. Senza pensarci due volte si fiondò sul tipo che si era infiltrato in casa sua, puntandogli il pugnale alla gola. "Che diavolo ci fai in casa mia, schifoso bas..." non fece nemmeno in tempo a finire la frase che si accorse che non era nessuno. Solo Francia. "Oh, ciao Francia."
|